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La prevenzione in senologia: tutto inizia con la visita!

Pubblicato il: 15/11/2021 – 11:56
Centro Medico G Italia prevenzione tumore seno

Prevenzione del tumore al seno: diagnosi precoce e personalizzata

A cura del Dott. Mario Rampa

Tanti di voi mi chiedono quando si deve fare una visita senologica, se fa male o non fa male, a che cosa serve ecc. Ecco qui le risposte a tutti i vostri dubbi!
Come sempre in medicina è meglio prevenire che curare e in senologia la diagnosi precoce è il fondamento della prevenzione ed è l’arma più potente di tutte. Con il termine “prevenzione” in ambito senologico si indica la capacità di individuare nelle persone apparentemente sane e quindi senza evidenti sintomi clinici, una malattia nella sua fase iniziale. Nel caso specifico è fare diagnosi di tumore al seno in una fase talmente iniziale che si possa guarire senza se e senza ma.

La Visita Senologica è un esame completo del seno, indolore, eseguito senza l’impiego di strumentazioni, che viene effettuato da un senologo. Oltre alle pazienti con malattia senologica già diagnosticata, si può essere inviate dal proprio medico curante o prenotare autonomamente una visita senologica in caso di presenza di noduli, secrezioni dal capezzolo, stati infiammatori o dolorosi che interessano una o entrambe le mammelle. L’obiettivo della visita senologica è individuare o escludere la presenza di una patologia che interessa il seno. Alla visita senologica vengono anche sottoposte tutte le pazienti con patologie del seno già note per monitorarne il decorso nel tempo. Eseguita da un esperto senologo è in grado di identificare piccoli segni a cui la donna può non dare importanza, ma che potrebbero essere un segnale della malattia.

Oltre alla visita senologica tradizionale, ho sempre dato grandissima importanza alla “Visita di Prevenzione”. Questa tipologia di visita ha sì il compito di valutare lo stato attuale del seno e l’eventuale sintomatologia, ma non solo; infatti cosa ancora più importante, ha il compito di scoprire e quantificare il rischio concreto di ammalarsi di tumore al seno. Questa tipologia di visita, in genere di maggior durata rispetto alla visita tradizionale, ha una prima parte durante la quale sottopongo diverse domande alla paziente con l’obiettivo di raccogliere quante più informazioni possibili sulla sua storia familiare e sulla sua storia clinica. Quindi insieme indagheremo le abitudini alimentari, lo stile di vita, l’età del primo ciclo mestruale e dell’eventuale inizio della menopausa, le gravidanze, le terapie ormonali eventualmente seguite, l’assunzione di farmaci. Nella seconda parte della visita procederò con l’esame clinico propriamente detto, che si basa sull’osservazione e la palpazione accurata di entrambe le mammelle e delle stazioni linfonodali. Con la sintesi di tutte queste informazioni sono in grado di programmare, personalizzando “su misura” per ogni paziente, gli efficaci controlli senologici da eseguire nel tempo. Quando si deve iniziare a fare prevenzione? Consiglio una prima visita senologica a partire dai 25 anni se non si ha alto rischio familiare né una patologia nota della mammella.

Ricordatevi che i passi iniziali sono quelli che fanno la differenza: servono le strategie giuste nei tempi corretti per vincere la sfida contro la malattia della mammella.

Noi Professionisti della lotta al tumore al seno insieme alle nostre pazienti possiamo e dobbiamo vincere!

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Oggi è possibile curare la malattia varicosa con la TRAP (acronimo inglese per fleboterapia rigenerativa tridimensionale ambulatoriale), più comunemente conosciuta con il nome di fleboterapia. Ne parliamo con il dottor. Luigi Astorino Medico Chirurgo Referente per il Mezzogiorno d’Italia (Calabria, Puglia, Molise, Sicilia e Campania) per la tecnica T.R.A.P. per il trattamento delle vene varicose e capillari. 

La circolazione venosa fatica a mantenersi tonica, pertanto subentrano delle debolezze che portano alla formazione di vene varicose e di capillari visibili e antiestetici, oltre che la circolazione lenta favorire stanchezza e pesantezza degli arti inferiori, fino ad arrivare a patologie vascolari importanti.

È indicata per la cura di:

  • capillari dilatati;
  • venule o  vene varicose  evidenti sulle gambe, braccia o mani, ma può essere effettuata anche in altri distretti corporei come l’addome o il torace;
  •  inestetismi legati alla dilatazione delle vene;
  • l’ipertensione venosa (migliorando sensibilmente anche gonfiore e pesantezza, qualora presenti);
  • Ulcere da stasi, dermo-ipodermiti, eczema da stasi;

Vene varicose e capillari dilatati degli arti inferiori sono condizioni molto frequenti, che colpiscono entrambi i sessi, con netta prevalenza nel sesso femminile. Si tratta di una patologia genetica, caratterizzata da una debolezza strutturale della parete venosa la quale, nel corso del tempo e sotto lo stimolo di alcuni fattori, si dilata e si allunga in modo irreversibile. Possono essere fattori scatenanti nei soggetti che sono predisposti allo sviluppo di questa patologia:

  • le gravidanze;
  • l’aumento di peso;
  • lo stile di vita sedentario;
  • la menopausa. 

“Oltre al disturbo estetico, che può condizionare la vita sociale, la malattia varicosa può accompagnarsi a sintomi quali la sensazione di pesantezza agli arti inferiori dopo una giornata passata in piedi o seduti e il gonfiore alle gambe, in particolare a piedi e alle caviglie, specialmente nella stagione calda. Talvolta, possono manifestarsi crampi notturni al polpaccio.

Quando trascurata, la malattia varicosa può complicarsi con flebiti, trombosi – ossia la formazione di coaguli nelle vene che ne occludono il lume – dermo-ipodermitieczema da stasi e ulcere perimalleolari, solo per citarne alcune”.

“Il metodo TRAP è un trattamento mininvasivo, viene effettuato in ambulatorio, senza ricovero; riportando il vaso al suo calibro originale, rendendo da subito evidente la scomparsa delle caratteristiche e inestetiche vene scure e gonfie, riducendo la pesantezza e prevenendo il gonfiore e l’infiammazione.

Questa procedura viene eseguita grazie ausilio del transilluminatore, uno strumento in grado di evidenziare meglio i vasi venosi. Terminata la seduta, il paziente potrà riprendere la sua attività quotidiana, sport incluso. Unica raccomandazione è che al termine delle iniezioni, vengano indossate calze elastiche contenitive di tipo medicale.

La fleboterapia (TRAP) è una terapia conservativa. Mantiene infatti intatto il patrimonio venoso e lo cura ripristinandone il calibro e di conseguenza la funzionalità.

Questo si traduce per il paziente in un triplice vantaggio:

  1. Miglioramento dell’aspetto estetico;
  2. Correzione della ipertensione venosa che si traduce in un miglioramento dei sintomi (pesantezza, gonfiore, crampi notturni) e in una efficace prevenzione delle complicanze della malattia varicosa (flebiti, trombosi, ulcere da stasi, eczemi, etc);
  3. Arresto della progressione della malattia che permette di evitare l’aggravamento della malattia e l’insorgenza delle temibili complicanze legate alla stessa.

L’importanza della prevenzione della malattia varicosa

È importante spiegare al paziente che la malattia varicosa è una patologia benigna, non grave, ma cronica. Ciò significa che con le tecniche attualmente a nostra disposizione, possiamo curarla in maniera efficace, possiamo arrestarne la progressione, possiamo minimizzarne gli inestetismi e prevenirne le complicanze, ma non siamo in grado di guarirla in modo definitivo.

Se ci prendiamo cura della malattia varicosa dagli stadi più precoci e la curiamo nel tempo con sedute di fleboterapia, possiamo assicurare al paziente una qualità di vita eccellente, sia in termini estetici, che in termini di funzionalità della circolazione venosa.

La parola cardine – conclude il dottor Astorino – rimane ‘prevenzione’, sia in termine di stile di vita, sia in termine di cure adeguate, costanti e tempestive. 

A cura del Dr. Luigi Astorino

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